Cadono calcinacci in galleria sulla Statale 36 e la Statale Regina va in tilt con gli automobilisti costretti a lunghissime code.
Causa-effetto che descrivono, in sintesi, la giornata infernale vissuta sulla trafficata arteria comasca. Non esita a definirla “la peggiore dall’inizio dell’anno” il comandante della polizia locale di Tremezzina, Massimo Castelli. C’è chi ha impiegato anche due ore per spostarsi da Argegno a Tremezzina per percorrere cioè una manciata di chilometri, va da sè la lunga scia di ritardi, disagi e appuntamenti saltati.
Per riepilogare in mattinata, attorno alle 8, si sono staccati calcinacci sulla Statale 36 “Del Lago di Como e dello Spluga” all’altezza di Mandello del Lario (nella galleria Luzzeno) e di conseguenza è stata disposta la chiusura della carreggiata in direzione Milano per consentire l’intervento di messa in sicurezza.
Uno stop che ha comportato la deviazione di numerosi mezzi pesanti, ma non solo, sulla Statale Regina sulla quale in un attimo il traffico si è paralizzato. L’incrocio nelle strettoie tra tir e camion uniti ai pullman che hanno il permesso di passare e ai camper e alle roulotte ha bloccato la circolazione. Nei punti chiave impegnati quattro poliziotti della Stradale, tre agenti della polizia locale e tutti i movieri. La corsia della Statale 36 – come spiegato da Anas e dall’assessore regionale Massimo Sertori – è stata poi riaperta dalle 14 ma i disagi sulla Regina sono proseguiti tutto il giorno in entrambe le direzioni.
“Provate a immaginare cosa vuol dire avere qualche decina di tir da 18 metri che deve passare nelle strettoie – ha aggiunto il comandante Castelli – i tir e le ulteriori moltissime auto scese da Colico hanno intasato tutto”. “Questa giornata dimostra una volta di più, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, cosa accadrebbe senza ordinanza”. “In coda – dice infine – c’era chi doveva andare in aeroporto, chi si muoveva per lavoro e anche una coppia preoccupata, marito e moglie ormai quasi al termine della gravidanza, che doveva recarsi all’ospedale Sant’Anna per una visita”.
E nel tardo pomeriggio con il rientro dei lavoratori l’incubo non era ancora terminato.