(ANSA) – PAVIA, 12 SET – "Sapevamo che Youns era a Voghera e lo cercavamo da settimane. Eravamo stati dai carabinieri il 2 e il 17 luglio. Il 21 luglio, non avendolo visto neppure il giorno prima in occasione della festa del montone che è una data importante per noi musulmani, l’abbiamo cercato ai giardini, in alcuni bar. Poi siamo andati in ospedale, e lì ci hanno detto che era morto dopo quanto era successo la sera prima. L’abbiamo scoperto così, nessuno ci aveva avvisato". Ad affermarlo è stato oggi Alì, uno dei fratelli di Youns El Bossettaoui, il 39enne di origini marocchine ucciso la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera (Pavia) da un colpo sparato dalla pistola di Massimo Adriatici, avvocato ed ex assessore leghista. Alì ha rilasciato la sua testimonianza nella nuova udienza del processo che si sta celebrando a Pavia davanti al giudice Valentina Nevoso. Adriatici, anche oggi presente in aula, è imputato per eccesso colposo di legittima difesa. In aula Alì, che abita e lavora in Svizzera, ha detto che Youns aveva cominciato ad accusare dei disturbi comportamentali solo negli ultimi sei mesi: prima non avrebbe avuti particolari problemi, pur essendo finito in carcere alcune volte. Durante l’udienza è stata anche sentita la responsabile di un centro nel quale Youns era seguito in seguito ai problemi manifestati negli ultimi mesi: "Da noi si comportava bene – ha spiegato -, non sembrava un tipo aggressivo". Il processo proseguirà mercoledì 18 settembre: in tale occasione verrà ascoltato Adriatici. Il 4 ottobre sfileranno alcuni testimoni della difesa, il 23 ottobre si entrerà nella fase della discussione sino al 6 novembre quando dovrebbe arrivare la sentenza. (ANSA).