Como. “Ci sono alcuni immobili che sarebbe bene abbattere, perché sono arrivati al limite, altri invece no, come ad esempio la scuola di via Perti di grande pregio. Per quest’ultima categoria di immobili cercheremo di riportarli ad un’utilità”, spiega il sindaco di Como Alessandro Rapinese. E’ questo il destino che spetta alle otto scuole di Como che a partire dal prossimo anno saranno chiuse.
Ad attendere gli istituti dunque due strade: gli edifici, senza rilevanza artistica e storica e che presentano gravi criticità, potrebbero essere abbattuti. Viceversa le strutture scolastiche di pregio, attraverso bandi e finanziamenti, dovrebbero essere recuperate e restituite alla città.
Dalla primaria di via Perti, istituto simbolo del centro città, passando per la scuola dell’infanzia a Prestino fino all’asilo di via Varesina, le cui sorti purtroppo erano segnate da tempo. Le chiusure e i trasferimenti entreranno in vigore a partire dal prossimo anno scolastico 2025/2026. Si tratta di istituti con pochi iscritti, in edifici che avrebbero bisogno di importanti e costosi lavori.
FdI contro la chiusura delle scuole
Non si placano le polemiche sull’annunciata chiusura delle scuole in città. “Non posso condivide le politiche adottate dalla giunta sulla razionalizzazione della spesa, se questa comporta la chiusura di servizi essenziali come asili nido e scuole. Non si può ridurre una decisione così importante a un semplice calcolo economico – spiega in una nota Stefano Molinari presidente provinciale di Fratelli d’Italia Como – Chi decide di chiudere una scuola manca di una visione a lungo termine e si concentra solo sull’oggi, un atteggiamento estremamente preoccupante. Non dobbiamo chiudere le scuole, ma ripensarle nel loro insieme, per essere pronti a una futura ripresa demografica e garantire che le scuole siano pronte a rispondere alle esigenze della comunità”.