(ANSA) – GINEVRA, 05 SET – L’inquinamento atmosferico da particelle sottili è diminuito lo scorso anno in Europa e Cina, grazie alla riduzione delle emissioni legate alle attività umane: lo afferma l’Onu, chiedendo che il cambiamento climatico e la qualità dell’aria siano affrontati congiuntamente. Le particelle fini Pm2,5 (quelle con dimensioni non superiori a 2,5 micron) rappresentano un grave pericolo per la salute se inalate per lunghi periodi di tempo, poiché sono abbastanza piccole da raggiungere il flusso sanguigno. Le fonti di queste particelle sono le emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili, come quelli dei veicoli e dell’industria, nonché fonti naturali come gli incendi boschivi o la polvere del deserto portata dal vento. "I dati per l’anno 2023 indicano un’anomalia negativa, ovvero una diminuzione del Pm2,5 rispetto al periodo di riferimento 2003-2023 su Cina ed Europa", ha affermato oggi il dottor Lorenzo Labrador, esperto scientifico dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), in occasione della pubblicazione del bollettino annuale sulla qualità dell’aria e sul clima. "Il cambiamento climatico e la qualità dell’aria non possono essere trattati separatamente: vanno di pari passo e devono essere affrontati insieme", ha osservato il vicesegretario generale dell’Omm, Ko Barrett, in un comunicato stampa. "Il circolo vizioso del cambiamento climatico, degli incendi e dell’inquinamento atmosferico sta avendo impatti negativi sempre più gravi sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull’agricoltura", avverte l’agenzia Onu per la meteorologia. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nove persone su 10 respirano aria contenente alti livelli di sostanze inquinanti. (ANSA).