(ANSA) – MILANO, 03 SET – "Il fine ultimo di divertirsi" espresso dai due giovani arrestati lo scorso gennaio per avere teso un cavo d’acciaio ad altezza uomo in viale Toscana a Milano insieme a un terzo complice minorenne, "non poteva che connettersi al perverso piacere, tipico del branco, di danneggiare gratuitamente il prossimo" attraverso "quanto meno (posto che ben più gravi potevano essere le conseguenze) l’interruzione della circolazione". E’ questo uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui il gup milanese Sonia Mancini ha condannato il 24enne Alex Baiocco a 3 anni di reclusione nel processo con il rito abbreviato. Il giudice evidenzia inoltre che il giovane "ha ammesso di aver preso consapevolezza dei rischi" derivanti da quel gesto, "rendendosi conto che qualcuno avrebbe potuto farsi del male o comunque che il passaggio potesse essere impedito", al punto che aveva pensato di tornare indietro e rimuovere il cavo, salvo poi cambiare idea "per paura di essere scoperto". Un aspetto, questo, che dimostra la "piena consapevolezza delle implicazioni e possibili conseguenze del gesto". Riconoscendogli le attenuanti generiche, il gup evidenzia poi anche "un sincero pentimento" per quanto accaduto. Il 24enne al momento si trova ai domiciliari, mentre il complice di 18 anni Michele Di Rosa, che aveva patteggiato a 2 anni e 6 mesi, è tornato libero lo scorso maggio dopo la revoca della misura cautelare. I due erano stati accusati entrambi di blocco stradale per aver teso il cavo, nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorsi, legando un estremo alla pensilina di un autobus e l’altro a un palo della segnaletica verticale. (ANSA).