Un’ondata turistica che si sta rivelando “insostenibile dal punto di vista sociale e ambientale”.
L’overtourism (il sovraffollamento turistico) entra tra le riflessioni del cardinale Oscar Cantoni. Parole nette, a tratti durissime. Il vescovo di Como, nel tradizionale messaggio alla città per i Primi Vespri alla vigilia di Sant’Abbondio, ha detto che questo fenomeno “non può essere solo subìto, occorre invece ben gestirlo e governarlo. E – aggiunge il cardinale – anche e soprattutto umanizzarlo. È il compito di una buona politica e di una buona comunità”.
Il vescovo di Como punta il dito contro il “turismo consumistico”, “mordi e fuggi” che “consuma spazi e territorio”. E ancora: “Ciò che conta è scattarsi un selfie da pubblicare sui social. A questa cultura consumistica ed effimera si contrappone, invece, un’altra idea di turismo: più lento, più consapevole e più rispettoso delle persone, dei luoghi e dell’ambiente”.
Il cardinale affronta quindi il problema dei costi impazziti. “L’afflusso di questa ondata turistica comporta un forte aumento dei prezzi delle merci e delle case, fino a rendere il centro un luogo a tratti inospitale per i cittadini. Sempre più famiglie abbandonano il centro, dove i prezzi delle case sono inaccessibili e molte abitazioni sono ormai trasformate in B&B. Si pensi che dal 2016 al 2023 il numero delle case vacanze è passato da 600 a oltre 4.600. La città si svuota – continua il cardinale Cantoni – e in qualche modo, si sfalda anche la comunità”.
Terzo capitolo: il lavoro. “Se è vero che il turismo porta lavoro e benessere, ci dobbiamo chiedere con verità se questi vantaggi siano effettivamente per tutti. Ascolto racconti di lavoratori nel settore turistico sottoposti a ritmi eccessivi, a stipendi poco sostenibili per la vita personale e famigliare. Il lavoro non può essere mai sfruttato”.
Un buon turismo, dice ancora il vescovo di Como, “non deve stravolgere l’identità di una città”.
In chiusura il cardinale Cantoni parla di ciò che definisce un “autentico scandalo”. Ossia: “Se porti soldi sei il benvenuto e ti metto il tappeto rosso anche se sei straniero. I muri crollano e il dio denaro apre ogni porta. Cosa offriamo? Ai turisti facoltosi il lusso, ai poveri il minimo e, a volte, anche meno. In questo atteggiamento – conclude il vescovo di Como – c’è qualcosa di poco umano: non mi interessa chi sei, ma ciò che possiedi”.