L’emergenza case, sul Lago di Como, è un tema reale. L’innalzamento dei costi di affitto, innescato anche dal boom turistico, e la bassa disponibilità di case, rende sempre più difficile abitare sul Lario. In particolare, i professionisti della sanità – infermieri in primis – sono tentati di passare il confine e andare a lavorare in Svizzera.
In Regione ora è stato approvato un ordine del giorno che riguarda proprio l’assegnazione degli alloggi al personale sanitario. Massimo Coppia, sindacalista Uil Funzione Pubblica Lario e Brianza, parla di “vittoria significativa”. E aggiunge: “Ora aspettiamo l’indennità di confine”, ossia un meccanismo economico che nelle fasce di confine renda meno conveniente lavorare in un Paese straniero.
Nell’ordine del giorno, spiega la Uil, “si invita la Giunta regionale e l’assessore competente a operare nell’ambito del bilancio regionale al fine di stanziare le risorse finanziarie necessarie alla riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio sfitto e inagibile; a sostenere, implementare e finanziare un welfare adeguato rivolto a tutti i professionisti sanitari e i lavoratori attraverso un accordo tra Regione Lombardia, sindacati, banche e Aziende sanitarie, in cui si prevedano prestiti agevolati per acquisto della prima casa o per la ristrutturazione di alloggi di proprietà degli enti sanitari”.
“Da anni ci battiamo per ottenere il riconoscimento di questo diritto per il personale ospedaliero – conclude Coppia – . L’assegnazione degli alloggi è un passo fondamentale verso il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario. Ora è necessario che la Regione riconosca anche l’indennità di confine ai nostri colleghi che operano nelle zone di frontiera”.