(ANSA) – NEW DELHI, 19 AGO – Migliaia di medici degli ospedali pubblici in tutta l’India continuano ad astenersi dal lavoro per il quinto giorno consecutivo, garantendo ai pazienti solamente i servizi definiti "essenziali". I medici chiedono giustizia per la giovane specializzanda trovata morta il 9 agosto a seguito di una violenza sessuale nell’ospedale universitario R G Kar di Kolkata, e una legge nazionale che garantisca di lavorare in sicurezza nei policlinici, del tutto privi di misure di controllo e di telecamere di sorveglianza. "Siamo determinati e non ci faremo fermare dalle pressioni a tornare in silenzio", dicono i medici, anche se in molte città sta montando la rabbia delle migliaia di pazienti che non vengono ammessi alle visite programmate da tempo o si vedono rifiutare i trattamenti in day hospital. Per far fronte a questo disagio, in alcune città gli ospedalieri si stanno organizzando per offrire visite gratuite: accade a Delhi, dove all’esterno del Policlinico Aiims, il più grande ospedale pubblico, i medici e gli specializzandi hanno allestito tende in cui ricevono i malati arrivati nella capitale da fuori. Alle richieste dei sanitari si è intrecciata la rabbia per l’ennesimo episodio di violenza sessuale e per il tentativo iniziale della polizia locale di negare l’accaduto nell’ospedale. Rabbia anche per il silenzio del premier Modi che solo il 15 agosto, nel suo discorso alla nazione, ha accennato, in modo vago, alla "necessità di considerare seriamente i crimini contro le donne e instillare nei criminali il timore di una seria punizione". A dispetto dell’inasprimento delle pene per questi reati, dopo l’orrore dello stupro di gruppo avvenuto a Delhi del 2012, che provocò la morte di una 23enne, la violenza sessuale contro le donne resta un problema ampiamente diffuso in India: secondo gli ultimi dati del National Crime Records Bureau, nel 2022 sono stati denunciati 90 stupri al giorno, in aumento del 20 per cento rispetto all’anno precedente. (ANSA).