“L’obbedienza non è più una virtù”. Si intitola così – in maniera decisamente eloquente – il post pubblicato oggi su Facebook da Flavio Bogani, uno degli uomini simbolo dell’accoglienza dei migranti a Como. E il concetto di fondo espresso lungo tutto il pensiero è altrettanto chiaro: serve un luogo alternativo per ospitare, anche oltre i vincoli imposti dalle leggi, se servisse a non lasciare dormire nessuno all’aperto.
“Legalità e Giustizia non sempre coincidono – dice infatti Bogani – Non esistono persone illegali, e Giustizia è riconoscerle ed accoglierle a prescindere dal proprio stato giuridico. Serve “Casa Como” – ribadisce – un posto di prima accoglienza per chi è ai margini della Legalità, per farlo emergere dalla sua situazione, per fare incontrare Legalità e Giustizia”.
Netti i riferimenti al centro di via Regina, assoggettato di troppi vincoli di legge, o all’hub di prossima apertura in via Sirtori, definito “una fotocopia conforme del campo di via prefettizio”.
“Occorre tutelare chi lo Stato non riconosce ed è presente sul territorio – aggiunge Bogani – non è sufficiente dare da mangiare, occorre fare emergere il limite della Legge obiettandola, promuovendo una struttura attenta anche ai diniegati e ai clandestini. Serve una struttura per Migranti in transito – conclude Bogani – E’ “Casa Como” e può essere costituita solo con la partecipazione della cittadina, ultimamente assopitasi un poco”
Insomma un appello vero e proprio al mondo dei volontari di Sant’Eusebio per trovarsi e associarsi al fine di reperire nuovi luoghi per l’accoglienza dei migranti, inclusi irregolari e clandestini, anche disobbedendo civilmente alle leggi in vigore. Una sorta di obiezione destinata – senza dubbio – a sollevare un polverone.
Ho segnalato questa situazione disperata ieri sera in Consiglio Comunale, durante il dibattiro sul bilancio 2017.
Ciao, Nessi LuigiPacoSEL