(ANSA) – CAGLIARI, 06 AGO – Il futuro rigassificatore sorgerà a meno di quattrocento metri da casa sua, al Villaggio Pescatori di Giorgino, località alle porte di Cagliari. Per questo Mariano Strazzeri ha deciso di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il reclamo è stato depositato oggi a Strasburgo. Tecnicamente si tratta di un ricorso contro il decreto del ministero della Transizione ecologica del 24 marzo 2021, con cui veniva espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale per il progetto del rigassificatore a ridosso del porto di Cagliari. Di fronte alla Corte, Strazzeri è rappresentato dall’avvocato Andrea Mensi, docente di diritto internazionale all’Università di Bologna, che già in passato si è occupato di analoghi ricorsi in sede europea. Il cittadino si era già rivolto aI Tar e al Consiglio di Stato, ma il reclamo era stato respinto. Nel provvedimento depositato a Strasburgo, spiega all’ANSA il legale, "si denuncia la mancanza di adeguate garanzie per la salute del ricorrente, la cui abitazione sorge a meno di 400 metri dal rigassificatore, mentre simili impianti in Europa di norma sorgono a diversi chilometri di distanza dai centri abitati". L’avvocato poi precisa: "c’è una forte consapevolezza dell’importanza energetica e ambientale, ai fini della decarbonizzazione, del rigassificatore e, infatti, non si tratta di un ricorso contro il progetto". Tuttavia – sottolinea ancora il legale – gli standard internazionali previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e dalla Convenzione di Aahrus stabiliscono requisiti particolarmente stringenti sulla riduzione dei rischi per la salute umana e per l’ambiente e sul dovere di fornire informazioni ambientali complete, requisiti che reputiamo non pienamente rispettati nella vicenda in esame. Confidiamo, in ogni caso, nella possibilità di un accordo per rivedere il progetto in modo tale da tutelare i residenti del Villaggio Pescatori". Il ricorso, particolarmente complesso, dovrà ora superare la delicata fase di ammissibilità che durerà circa 12 mesi e che vede ogni anno dichiarare inammissibili oltre il 90% dei reclami. Da quel momento inizierà l’esame nel merito. (ANSA).