(ANSA) – CAGLIARI, 05 AGO – E’ stata rigettata l’istanza per la riapertura del caso di Manuela Murgia, la ragazza di 16 anni trovata morta il 5 febbraio 1995 nel canyon di Tuvixeddu a Cagliari. Un caso archiviato all’epoca come suicidio, ma la famiglia non ci ha mai creduto: per loro Manuela era stata uccisa. Dopo una serie di indagini difensive condotte dallo studio legale di Bachisio Mele e dell’avvocata Giulia Lai a giugno era stata chiesto ufficialmente che il caso venisse riaperto. Oggi è arrivata la decisione del pm Guido Pani che ha respinto la richiesta. "Stiamo valutando le strade da intraprendere – ha detto all’ANSA l’avvocata Lai – ma comunque proseguiremo nel chiedere la riapertura delle indagini". Amareggiati il fratello Gioele e le sorelle Elisabetta e Anna, che hanno affidato a un lungo post su Facebook il loro sfogo. "Non a tutti i più deboli è concesso avere giustizia – scrive il fratello di Manuela Murgia – esistono morti e morti. Quando sei fortunata, trovi persone che dedicano il loro tempo a darti giustizia e non si fermano davanti a nulla. Ma quando sei sfortunata allora cadi in mani sbagliate, in mani di chi non ha interesse nell’assicurato dei mostri alla giustizia". E poi: "Questo è il caso di Manuela Murgia che, a soli 16 anni viene brutalmente assassinata e lasciata in un limbo eterno di ingiustizia". Dopo aver ripercorso le fasi del indagini il fratello parla della decisione di oggi e punta il dito contro la Procura: "Questa mattina Manuela è stata assassinata per la seconda volta – scrive – cℎ𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑔𝑎𝑟𝑎𝑛𝑡𝑖𝑟𝑙𝑒 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑠𝑖 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜𝑣𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑖 ℎ𝑎 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑔𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑟𝑎, 𝑛𝑜𝑛𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑒. perché tutto ciò? cosa si vuole coprire? gli errori di 29 anni fa? oppure cosa più terrificante, 𝐬𝐢 𝐯𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐩𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨. 𝗘 𝘀𝗲 𝗰𝗼𝘀ì 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲, 𝗰𝗵𝗶 𝘀𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗿𝗲? 𝐌𝐚𝐧𝐮, 𝐧𝐨𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐦𝐚𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞, 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐞 𝐩𝐚𝐜𝐞". (ANSA).