(ANSA) – TARANTO, 03 AGO – "E’ emerso che alcuni lavoratori erano impegnati all’interno del bacino per normali attività di manutenzione e controlli. Fortunatamente, i dipendenti sono stati richiamati prima del tempo, evitando così una potenziale tragedia". Lo denuncia la Uil Pa di Taranto riferendosi al cedimento della barca-porta (una sorta di diga) che chiudeva il bacino Ferrati all’interno dell’Arsenale militare di Taranto. L’incidente, avvenuto ieri pomeriggio, ha provocato secondo fonti sindacali una piccola esondazione di quel tratto di mare fin dentro ai capannoni e lungo le strade del presidio della Marina Militare. Secondo la Uil Pa l’incidente "poteva avere conseguenze drammatiche. Un forte boato, simile a un’esplosione, è stato avvertito anche dai numerosi residenti del Borgo di Taranto". La platea, situata a 12 metri sotto il livello del mare, "è lunga 250 metri – viene spiegato – e durante l’incidente è stata invasa dalle acque con una forza devastante, insieme ai reparti limitrofi che, dato l’orario, erano fortunatamente vuoti". È stato "solo un caso fortuito – dichiara Gaetana Pisarra, segretaria della Uil Pa dell’Arsenale di Taranto – che nessuno si trovasse sul posto al momento dell’incidente. Tuttavia, l’evento solleva molte domande. Siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei nostri lavoratori e chiederemo alla Direzione un incontro urgente per discutere le possibili cause dell’accaduto. Inoltre, si dovranno quantificare i danni alle infrastrutture ed eventuali sversamenti nel Mar Piccolo". Se si dovesse accertare, aggiunge Ignazio Barbuto, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, "che il cedimento è imputabile alla barca-porta, si tratterebbe di un fatto grave, considerando che questa struttura era stata oggetto di interventi di consolidamento recentemente. Il varo della nuova barca-porta sette mesi fa era stato accolto con favore proprio per evitare situazioni del genere". (ANSA).