(ANSA) – GENOVA, 25 LUG – L’inchiesta sulla corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è alle battute finali. E sembrano sempre più vicine le dimissioni del governatore. Una mossa che gli consentirebbe di chiedere la revoca degli arresti: se venisse scarcerato nei prossimi giorni potrebbe "bruciare" una eventuale richiesta di giudizio immediato della Procura. Oggi sono stati sentiti gli ultimi testimoni mentre dovrebbe concludersi a breve l’analisi forense dei telefonini e dei dispositivi sequestrati quasi tre mesi fa. A questo punto la procura valuterà cosa fare per Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Una scelta che comunque non potrà arrivare prima di martedì visto che lunedì scadono i termini per il governatore per presentare un eventuale ricorso al Riesame per la seconda custodia cautelare. Giovedì scorso, infatti, Toti ha ricevuto una nuova ordinanza per finanziamento illecito. La vicenda è quella degli spot elettorali passati sul maxi schermo di Terrazza Colombo (di proprietà dell’ex senatore Maurizio Rossi, editore di Primocanale) e pagati da Esselunga in cambio della velocizzazione delle pratiche per l’apertura di nuovi supermercati in regione. Oggi è stato sentito Giorgio Sacchi, amministratore di Punta dell’Olmo spa, la società che sta costruendo il complesso edilizio per cui gli Spinelli volevano mettere le mani sopra la spiaggia libera. Ascoltato in procura anche Paolo Gaggero, avvocato dello studio "Quaglia Gaggero", referente per le questioni legali di Punta dell’Olmo. L’ultima persona informata dei fatti che è comparsa davanti al pm Luca Monteverde, titolare dell’inchiesta insieme al collega Federico Manotti, è stato Alessandro Croce, vice direttore generale Territorio della Regione Liguria. Croce è stato sentito nell’ambito del filone di inchiesta su Esselunga e per Punta dell’Olmo. (ANSA).