Ancora pochi giorni per la scadenza, dopo varie proroghe, della convenzione tra il Comune di Como e il Co.Mac, il Consorzio Mercato Agricoltori Comaschi. I produttori entro il 31 luglio dovranno lasciare i padiglioni del mercato coperto di via Mentana, dove da oltre dieci anni offrono ai clienti i loro prodotti a chilometro zero.
Gli agricoltori, però, non si arrendono e hanno avviato da tempo una petizione, che ha raccolto finora online, su change.org, 1.769 firme, alle quali se ne aggiungono altre 800 cartacee.
“Il Comune di Como, – si legge nel testo della petizione – nonostante non abbia ancora pubblicato il bando per l’assegnazione del padiglione, nega una nuova proroga agli agricoltori annunciando lavori di riorganizzazione e adeguamento edilizio e impiantistico, che però non sono ancora stati programmati e non hanno nessuna data certa di inizio. In questo modo – proseguono gli agricoltori – si rischia di paralizzare a tempo indeterminato un servizio importante per i cittadini comaschi, che potevano contare su prodotti di qualità a kilometro zero, e si rischia la chiusura di 15 aziende agricole con licenziamento dei relativi dipendenti”.
“Loro sono a conoscenza della scadenza della convenzione e hanno concordato questo termine mesi fa – replica il sindaco di Como, Alessandro Rapinese – Sapevano che la proroga non sarebbe potuta essere estesa. Siamo flessibili, ma non di gomma. Gli accordi si mantengono. Abbiamo una serie di problemi molto seri da risolvere al mercato coperto, tra i quali quello relativo alla sicurezza. Dobbiamo effettuare alcuni interventi improrogabili. Il fatto che i lavori non partano subito dopo la scadenza della convenzione è normale, ma stiamo facendo di tutto per iniziare il prima possibile. Poi sarà necessario fare una selezione pubblica per individuare coloro che potranno occupare quegli spazi, – spiega Rapinese – Non possiamo emettere un bando finché non abbiamo realizzato gli interventi. Non saranno le firme raccolte a farci cambiare idea. Se gli agricoltori vorranno rivolgersi al Tar è un loro diritto, il cui esito rispetterò – conclude il sindaco – Cerco sempre soluzioni, in questo caso però la loro presenza all’interno del mercato coperto in continuità è impossibile per questioni legate alla riqualificazione della struttura”.
Non riesco a capire questa situazione. Ma perchè non gli vengono assegnati altri spazi nel mercato?. Mi sembra che di posto ce ne sia anche troppo. Al di là di tutto la gestione del mercato coperto da parte di questa amministrazione (ma anche delle precedenti) mi sembra essere in mano a persone che non hanno la benchè minima capacità imprenditoriale; li porterei volentieri a visitare alcuni mercati coperti di altre città sia italiane che straniere dove questi sono sono floridi e rappresentano un punto focale della città. Invece di “vessare” gli imprenditori, che magari potrebbero avere intenzione di mettere un banco, con la pervicace idea che bisogna fare cassa “subito”, sarebbe molto meglio dare incentivi e affitti a livello competitivo. Inoltre vorrei ricordare che una situazione di vendita attrae molto di più se si fornisce qualcosa da mangiare; ragion per cui se il mercato fosse attrezzato con street food, ristorantini etnici e self service sarebbe un punto di aggregazione straordinario a favore della cittadinanza (vista la mancanza di tale offerta) e del turismo. Spazi per tutto ciò non mancano invece di vedere i padiglioni desoltamente vuoti
A disposizione per consigli…..
Vivo in Svizzera da 55 anni ho sempre frequentato il mercato ortofrutticolo di Como .Si può dire da quando sono nata. Con la mia famiglia, prima di sposarmi , ho abitato esattamente in un caseggiato sull’incrocio di Via XX Settembre. Grande estimatrice di prodotti locali a km. O