(ANSA) – MONZA, 16 LUG – "Abbiamo appreso con sgomento che la Corte di Assise di Appello di Roma ha disposto la misura degli arresti domiciliari in favore di Gabriel Christian Natale Hjorth. Mai ci saremmo aspettati una tale decisione, addirittura prima delle motivazioni della sentenza che ha trasformato l’ergastolo in una pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione. Chi si occupa di tutelare i diritti delle vittime di reato? Vogliamo un sistema penale che tuteli anche le vittime". Lo ha dichiarato Emanuela Piantadosi, presidente dell’Associazione Vittime del Dovere, onlus nazionale con sede a Monza che si è costituita parte civile nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma da due turisti americani, a seguito del processo di Appello bis che ha diminuito l’entità delle condanne. "Questo è il baratro di tragedia in cui vivono i parenti delle vittime e su cui riteniamo debba essere puntata l’attenzione della collettività intera – ha proseguito Piantadosi – baratro nel quale è precipitata Rosa Maria Esilio, vedova di Mario, la cui unica residua consolazione era la Giustizia". Secondo la presidente delle Vittime del Dovere, associazione della quale fa parte la vedova, "la misura degli arresti domiciliari è stata disposta senza nemmeno prevedere alcun risarcimento del danno in favore delle parti civili, in particolare dei familiari, distrutti dal dolore di questo delitto così efferato". (ANSA).