(ANSA) – BRESCIA, 14 LUG – Sarà interrogato in settimana Giacomo Bozzoli in merito alla latitanza durata 11 giorni e conclusa nel contenitore del letto matrimoniale della sua villa a Soiano del lago. Nei prossimi giorni è previsto anche un primo incontro con i familiari nel carcere di Bollate dove il 39enne bresciano è rinchiuso da venerdì. Continua a proclamarsi innocente e ha annunciato di aver scritto una memoriale destinato ai vertici della giustizia bresciana in cui parla di un testimone austriaco, una donna, che lo scagionerebbe. Si tratta però di una situazione già emersa durante il processo e fa riferimento ai soldi, emessi da una banca austriaca, e trovati a casa di Giuseppe Ghirardini l’operaio addetto al forno della fonderia la sera della scomparsa di Mario Bozzoli, svanito nel nulla sei giorni dopo il suo datore di lavoro e trovato morto suicida. Secondo i giudici, soprattutto quelli della corte d’appello, quei soldi sarebbero un anticipo per commettere l’omicidio che Giacomo Bozzoli avrebbe dato a Giuseppe Ghirardini. La testimone, rappresentante di un’azienda austriaca di metalli ferrosi, potrebbe essere utile a Bozzoli per smentire il fatto che sia stato lui a portare il denaro dall’Austria. Una situazione già emersa nei processi e che non ha cambiato il quadro accusatorio nei confronti del bresciano, condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario. (ANSA).