(ANSA) – LONDRA, 05 LUG – Una valanga di seggi, non di voti. C’è anche questo elemento dietro il trionfo elettorale britannico di ieri del Labour in salsa moderata di Keir Starmer. A sottolinearlo fin dalla notte ("è stata una sconfitta Tory, ancor più che una vittoria laburista", le sue parole), è stato il professor John Curtice, guru dei sondaggi e dell’analisi dei flussi per conto della Bbc. Ma ci sono soprattutto i numeri definitivi. Numeri che confermano il partito di Starmer a un soffio dal suo record storico, quello dei 418 seggi della super maggioranza conquistata da Tony Blair nel 1997; ma in termini di suffragi si è fermato poco oltre il 33%, non molto meglio del 32 raccolto nel 2019 nell’ambito della disfatta subita sotto la leadership di sinistra radicale di Jeremy Corbyn. E addirittura con un perdita di oltre mezzo milione di voti in cifra assoluta da allora (9,6 milioni contro 10,2), complice l’affluenza precipitata ai minimi dal 2005 attorno ad appena il 60% degli aventi diritto. A distanza persino siderale dal 40% e quasi 12,9 milioni di voti che nel 2017 erano valsi allo stesso Labour di Corbyn soltanto un ‘hung Parliament’, con meno di 300 seggi. (ANSA).