(ANSA) – ALESSANDRIA, 27 GIU – "Le 36 persone di Alessandria che si sono sottoposte alla quantificazione di Pfas (inquinanti industriali pericolosi per l’uomo, ndr) nel sangue mostrano concentrazioni superiori ai 2 nanogrammi per millilitro, limite individuato dalla National Academies of Sciences e adottato dal protocollo della Regione come valore di riferimento. Oltre questa soglia si possono verificare effetti negativi sulla salute". È l’esito del biomonitoraggio indipendente, coordinato a maggio da Ánemos, Greenpeace e Comitato Stop Solvay, coinvolgendo i sobborghi di Cascinagrossa, Castelceriolo, Litta Parodi, Lobbi, Mandrogne, San Giuliano Vecchio e Spinetta Marengo (dove insiste il polo chimico). E’ stato presentato, oggi, pubblicamente in piazza della Libertà. Le analisi, realizzate dall’Università tedesca di Aquisgrana, hanno rilevato Pfas in tutti i controllati sebbene in concentrazioni variabili, che aumentano al crescere dell’età e sono più elevate nei maschi. Il Pfoa, composto identificato come cancerogeno, è il più abbondante (tra 0,84 e 22,76 nanogrammi per millilitro); segue Pfos, molecola classificata come probabile cancerogena. "Anche Pfhxs, Pfna e Pfda sono stati spesso registrati in quantità da non sottovalutare", si aggiunge in un dettagliato comunicato stampa. Per Ánemos, Greenpeace, Comitato "la prima fase del biomonitoraggio della Regione, tutt’ora in corso, è inefficace e rischia di sottostimare la portata dell’inquinamento e l’estensione della popolazione coinvolta. Tutti gli esposti a questi pericolosi inquinanti debbono accedere agli screening sanitari, unico modo per verificare la contaminazione prodotta negli anni dal polo chimico. Gli enti preposti mettano in atto i provvedimenti necessari per tutelare la salute". (ANSA).