(ANSA) – SAN LUCA, 20 GIU – "Siamo qui a San Luca per sostenere la speranza di chi non vuole assoggettarsi al mandamento di questo territorio, di chi non vuole dire semplicemente mi giro dall’altro lato. Questo è un messaggio che deve arrivare chiaro e che arriva ad una sola voce dalle persone che sono qui". Così la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo ha sintetizzato la presenza di una delegazione della commissione a San Luca, parlando con i giornalisti con a fianco i magistrati di Reggio Calabria e Locri e le forze dell’orfine. "Noi conosciamo – ha aggiunto – i nomi delle ‘ndrine, delle famiglie. Sappiamo che quando parliamo di San Luca parliamo sicuramente di Pelle, Nistra, Strangio, Mammoliti, De Giorgio, Giampaolo, Romeo ma sappiamo che queste famiglie, quasi sempre, lavorano in coordinamento con i Barbaro, i Trimboli, i Morabito, i Palamara e i Bruzzano di Africo e potremmo allargare ancora il giro di noi". "Noi siamo qui – ha detto la presidente dell’antimafia – perché sappiamo che su 3.500 abitanti circa, 200 in questo momento sono detenuti per reati legati alla criminalità organizzata e una media che va per tra 50 e 60 sono comunque sottoposti a misure cautelari. Ma a queste persone noi non possiamo dire solo questo. Noi abbiamo il compito di dire alle donne e ai bambini di questo territorio che cambiare si può e si deve. L’attività di repressione che le forze di polizia e la Procura porta avanti è fondamentale ma non può bastare e non basta se noi non mettiamo in campo insieme una nuova narrazione e una nuova storia anche per un territorio, come è questo paese, è terribilmente infiltrato e potrebbe sembrare definitivamente compromesso. Non vogliamo raccontare questo, vogliamo raccontare storie di gente che ha scelto di stare dalla parte dello Stato, vogliamo raccontare che anche quando un ragazzo di del 2003 o del 2011 viene fermato insieme al padre in flagranza di reato, quel ragazzo non è perduto, quel ragazzo può, se lo Stato c’è, scegliere di fare un’altra strada". "Se questo territorio è rimasto ed è povero, triste, chiuso come l’abbiamo visto, perché io non ho incontrato nessun cittadino venendo qui – ha detto Chiara Colosimo – è perché qualcuno si approfitta del lavoro della dignità di alcune famiglie per fare soldi e portarli altrove. Qui c’è bisogno di welfare, di lavoro, c’è bisogno di dire a questa gente che non è questo il modo in cui risollevare la propria terra. Abbiamo bisogno di uomini e donne liberi e io sono sicura che, nascoste dietro le serrande, ci sono e se non ci dovessero essere arriverà lo Stato e lì porterà dove è giusto che stiano. Ma non sono tutti così e quelli che non sono così devono essere sostenuti da queste persone e da tutti coloro i quali romperanno quel muro di omertà. L’appello è a farlo sempre di più. Non abbiate paura. C’è una differenza, quella differenza sta tra chi sceglie di vivere alla luce del sole e chi invece, anche qui, come latitante è costretto a nascondersi. La rivoluzione civile in questa città ancora manca e noi la vogliamo portare". (ANSA).