(ANSA) – MILANO, 07 GIU – La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta, in vista della richiesta di processo anche per l’accusa di "attentato alla sicurezza dei trasporti", a carico di Hassine Hamis, il 37enne marocchino irregolare che la sera dell’8 maggio, alla stazione di Lambrate, ha ferito gravemente a coltellate il viceispettore della Polizia Christian Di Martino, che è riuscito a salvarsi grazie all’intervento dei colleghi e a delicate operazioni chirurgiche ed è stato, poi, dimesso nei giorni scorsi. Hamis, difeso dal legale Alfredo Quattrocchi Rosmi Gervasoni, va, dunque, verso il processo con le accuse, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni nei confronti di altri due agenti, porto del coltello (lungo 30 centimetri con lama di 20) e false attestazioni sull’identità, perché in occasione dei vari controlli delle forze dell’ordine in questi anni si è presentato con almeno 22 alias diversi. Nell’atto, poi, figura ora anche la contestazione di lesioni ai danni di una donna che quella sera venne colpita alla testa da "sassi" presi "dalla massicciata ferroviaria" e che il 37enne lanciò dall’alto su una via adiacente alla stazione. E anche quella di "attentato alla sicurezza dei trasporti", perché scagliò quelle pietre anche contro "treni in movimento". Infine, è imputato pure per danneggiamento di un treno regionale che venne colpito. Secondo il pm, il 37enne voleva uccidere e il viceispettore si salvò solo "per il pronto intervento degli altri" poliziotti, che riuscirono a "disarmarlo", per la "tempestività dei soccorsi" e per la "estrema abilità del personale sanitario" dell’ospedale Niguarda. Hamis, davanti al gip Lidia Castellucci dopo l’arresto, aveva cercato di sostenere la sua versione: "Non ho visto che erano poliziotti, mi hanno puntato una luce contro (…) Non volevo fargli male". Ha raccontato anche nell’interrogatorio che assumeva il Rivotril, ossia delle benzodiazepine, dal 2003. (ANSA).