(ANSA) – LONDRA, 24 MAG – Grattacapi a sinistra per il Labour neomoderato di sir Keir Starmer, stra-favorito sui Tories di Rishi Sunak in vista delle elezioni politiche anticipate britanniche del 4 luglio, ma costretto dal sistema uninominale secco in vigore nel Regno a giocarsi collegio per collegio la partita: con l’obiettivo di una maggioranza assoluta che – se non fosse netta – si trasformerebbe in un mezzo flop, pronostici alla mano. A creare qualche problema c’è infatti la concorrenza di candidati progressisti, pronti a correre da soli, tra i Verdi o sotto le insegne di formazioni minori in polemica con la svolta centrista starmeriana. Il caso più clamoroso è quello di Jeremy Corbyn, 75 anni fra due giorni e predecessore di Starmer alla guida del Labour, che ha formalizzato oggi con un video su X la decisione di presentarsi "da indipendente" – contro il suo ormai ex partito – per difendere il seggio di deputato a Islington North: collegio londinese laddove resta popolarissimo – a dispetto della pesante sconfitta subita dal partito sotto la sua leadership alle elezioni del 2019 – e di cui è rappresentante eletto in Parlamento da 40 anni. Buttato fuori senza troppe remore un paio di anni fa da sir Keir – suo ex ministro ombra fra il 2015 e il 2019 – con l’accusa di non aver fatto autocritica per le infiltrazioni di antisemitismo nel partito, Corbyn ha sempre respinto queste contestazioni come false e strumentali, sfruttate per una sorta di purga della sinistra interna. E oggi ha confermato la rottura definitiva, rivendicando una piattaforma radicale e pacifista su politica estera, economia, welfare, transizione verde: tutti temi sui quali a Starmer vengono rinfacciate posizioni moderate o addirittura – come nel caso della guerre fra russo-ucraina e israelo-palestinese – pressoché indistinguibili dai rivali Tory di Sunak. (ANSA).