(ANSA) – ROMA, 22 MAG – "Ieri c’è stata l’udienza presso l’ufficio scolastico regionale (Usr) per il mio procedimento disciplinare perché avrei violato il codice etico dei docenti. Come è andata? È stato un incontro attento e cordiale, i dirigenti dell’Usr hanno chiesto e ascoltato, io avevo prodotto una memoria difensiva ma alla fine abbiamo lasciato che si verbalizzassero cose ancora più semplici. Però, usciti da via Ribotta, la sede dell’Usr, durante tutta la giornata ho pensato che tipo di esperienza fosse stata. E ho pensato che fosse stata un’esperienza di violenza. Anche se ero assistito dai sindacati, da un avvocato bravo, anche se il piccolo dibattimento è stato cordiale, la violenza di una convocazione in cui viene vagliato il proprio lavoro a partire dall’arbitrio dell’autorità e rispetto a un codice etico arbitrario non è una violenza?". A scriverlo, nella sua pagina Fb, è Christian Raimo, docente e scrittore, a cui è stato notificato un provvedimento disciplinare per aver criticato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e per questo ieri è dovuto comparire nella sede dell’ufficio scolastico regionale del Lazio. "Chi decide cos’è il decoro, l’immagine, la reputazione di un ministero? Chi decide cosa possiamo dire durante una trasmissione tv, su un giornale, su un post, insegnando nella scuola pubblica? Davvero possiamo essere convocati davanti a un ufficio scolastico regionale e giudicati su questo, rischiando una sanzione?", scrive Raimo. "È un caso che Ilaria Salis, Seif Bensouibat, Donatella Di Cesare, il docente del Righi, insegnino nelle scuole pubbliche, private, nelle università? È un caso che siano raddoppiati, secondo quello che diceva ieri pomeriggio alla Cgil Tatarella, i provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti? Sempre nello stesso incontro Ascanio Celestini ricordava come le dittature fasciste non arrivino con colpi di stato. Certo ci sono i casi sudamericani, ma l’esperienza europea è quella di consolidamenti progressivi dei regimi, attraverso una capillare forzatura delle regole democratiche, una proceduralizzazione graduale come una mitridatizzazione, che è quella che ieri mi faceva pensare a un certo punto, anche, Ma chi me l’ha fatto fare?". (ANSA).