Nel giorno in cui il cosiddetto Comitato dei saggi (qui tutti i nomi) inizia a discutere come scegliere il candidato sindaco del centrosinistra, due mine si innescano sul percorso del neonato organismo. E per paradosso, il rischio di esplosione viene proprio da un paio di possibili candidati alle primarie, l’assessore Marcello Iantorno e il consigliere comunale Gioacchino Favara, entrambi del Pd.
I due, proprio mentre i saggi sono chiamati a sentenziare se le primarie si terranno o meno, fanno già chiaramente intendere che difficilmente accetteranno di buon grando l’eventuale archiviazione della sfida interna. A maggior ragione, se il motivo fosse la volontà di incoronare l’imprenditore Maurizio Traglio senza altri confronti di mezzo.
“Le primarie – afferma Iantorno – sono un principio contenuto nello statuto del Pd. Quella rimane la strada maestra. Difficilmente capirei soluzioni diverse. E anzi – conclude l’assessore – credo ora si debba fare presto a indire la consultazione, nel contempo lasciando poi tutto il tempo necessario ai candidati per la campagna elettorale”.
Ma non è soltanto Iantorno a lanciare un chiaro monito ai saggi e anche al suo stesso partito. Anche un secondo candidato alle primarie, Gioacchino Favara, pur con l’arma del sarcasmo, stronca l’idea del comitato dei saggi e soprattutto alza le barricate contro la possibile archiviazione della sfida.
“Prima di tutto – ironizza Favara – mi domando se saggi si nasce o si diventa per concorso o appartenenza politica. Battute a parte – conclude il consigliere – ritengo che quel comitato non abbia alcun titolo a decidere come si scegliere il candidato sindaco. L’organo competente è l’assemblea del Pd, il resto sono invenzioni senza legittimità”.
Questi, dunque, i segnali di una possibile rivolta. E chissà se la saggezza basterà a evitare l’esplosione delle polemiche.