Il tema ha tenuto banco per mesi all’interno di Asf, l’azienda di trasporto pubblico di Como e provincia. E, a dire il vero, ha dilaniato i rapporti tra i sindacati e in molti casi anche quelli tra i lavoratori stessi. Oggi arriva il contro della guerra scoppiata tra Cgil e Cisl sui nuovi accordi per i premi di produttività ai dipendenti. Ed è un conto salatissimo soprattutto per la il cosidetto sindacato rosso.
Qualche settimana fa, sebbene la notizia sia divenuta pubblica soltanto adesso, la Rsu – l’organismo interno che riunisce i sidnacati – si è dimessa. O meglio: si è dimesso il coordinatore, Pasquale Vasta, della Cgil. E con lui, subito dopo, hanno lasciato anche i 9 delegati Cgil all’interno della Rsu, che dunque hanno decretato lo scioglimento dell’organismo formato anche da 3 uomini dell Cisl.
Una decisione shock, presa sull’onda della sconfitta sostanziale in merito alla vertenza sui nuovi premi di produttività per i lavoratori. Da settembre a poco prima di Natale, infatti, la Cgil si schierò con tutte le forze contro i nuovi accordi di produttività mentre la Cisl, in sintonia con i vertici aziendali, spinse da subito per firmarli.
Ne nacque una vera e propria battaglia sindacale, non senza esclusione di colpi tra referendum svolti e poi annullati, schede bruciate, accuse e controaccuse, raccolte firme e persino uno sciopero convocato dalla sola cgil
Alla fine, però, la maggioranza dei lavoratori di Asf – compresi diversi iscritti al sindacato di via Italia Libera – dopo settimane di scontri e polemiche, optò per firmare i nuovi accordi anche sulla scia del diffuso malcontento per le corpose trattenute sugli stipendi applicate dall’azienda in attesa dell’accordo.
Da qui, ecco il contraccolpo: le dimissioni di Pasquale Vasta, coordinatore Rsu e di tutto l’organismo a stragrande maggioranza Cgil. I lavoratori di Asf, dunque, per ora restano senza un organo di rappresentanza sindaclae interno, in attesa di nuove elezioni.