(ANSA) – ROMA, 14 MAG – Dopo i primi spari la pistola di Claudio Campiti, l’autore della strage di Fidene a Roma si inceppò ma l’uomo riuscì a sbloccarla e a continuare a sparare. E’ quanto è emerso al racconto dei carabinieri che hanno svolto le indagini su quanto compiuto l’11 dicembre del 2022 quando morirono quattro donne. Nel corso dell’udienza è stato mostrato anche il video dell’azione omicidiaria. "Campiti dopo avere risolto il problema con la Glock ha continuato così a colpire le vittime fino a quando un condomino gli si è avventato addosso. A quel punto Campiti gli ha sparato sul viso ma lo ha colpito di striscio", ha raccontato il testimone. Il comandante dei Nucleo Investigativo dei carabinieri di Roma Dario Ferrara ha spiegato che l’arma utilizzata "aveva una matricola che era stata registrata al tiro a segno nazionale sezione di Roma" e "abbiamo inviato subito sul posto personale per fare accertamenti. Nessuno si era accorto che mancava la pistola". In aula è intervenuto anche il primo carabiniere entrato nel gazebo dove era stata compiuta la strage. "Appena all’interno ho visto sulla destra i corpi senza vita di tre donne, due a terra e una ancora seduta. Altre persone erano sopra Campiti che lo stavano immobilizzando. Campiti chiedeva dei carabinieri ‘voglio i carabinieri’", ha detto il maresciallo Marco Valli della stazione Roma Fidene. (ANSA).