Fumata nera in casa Pd, un’altra, l’ennesima. La quadratura del cerchio attesa oggi sul fronte primarie non è arrivata. Se non insanabili, sono certo molto dolorose le fratture interne ai democratici con l’ala sinistra del partito che ancora non è disposta a cedere, sia pure forse a trattare, sulla candidatura del finanziere Maurizio Traglio. Candidato fortemente sostenuto dall’asse istituzionale del partito, Luca Gaffuri in testa, e proposto principalmente dal Nuovo Centrodestra.
L’asse rosso (diciamo quasi rosso) costituito, tra gli altri, dai consiglieri comunali Guido Rovi e Raffaele Grieco, dal segretario della Cgil Giacomo Licata, dall’ex presidente del consiglio comunale Franco Fragolino e dall’avvocato Walter Gatti (fortemente vicino all’ex magistrato Vittorio Nessi) si assesta ancora sul sostegno all’assessore Bruno Magatti che tempo fa, con chiarezza, ha espresso granitica contrarietà alle primarie.
Le ambasciate verso il responsabile dell’ambiente di Palazzo Cernezzi continuano affinché faccia un passo indietro. Ma il tema pesante in queste ore è evidente: l’area sinistra non vuole, almeno per ora, appoggiare un progetto politico vicino a Traglio, ritenuto un candidato liberale, proveniente da una cultura più affine al centrodestra, non capace di conciliare le anime diverse del post Mario Lucini.
Se il segretario provinciale Pd, Angelo Orsenigo, da un lato tenta una ecumenica, se non democristiana, ricucitura, dall’altro vuole anche accelerare e chiudere entro il fine settimana, decidendo per le primarie e per una linea politica univoca.
Motivo? Secondo alcuni è chiaro, entro pochi giorni, Maurizio Traglio vorrebbe convocare una conferenza stampa e ufficializzare la candidatura alla consultazione interna al centrosinistra. In sostanza, la discesa in campo.
Così fosse, al momento, correrebbe contro l’assessore Marcello Iantorno, il consigliere Gioacchino Favara e il consigliere Vito de Feudis.
Un risultato scontato, insomma, non gradito alla sinistra del centrosinistra.