Padre e figlio, piemontesi, commercianti, stanno affrontando un processo a Como: sono accusati di ricettazione e contraffazione. Secondo la Procura, avrebbero falsificato alcune bottiglie di vino. Non semplici bottiglie di vino, pur buone, da 100 euro l’una. Ma l’eccellenza delle eccellenze.
Esistono bottiglie il cui valore è noto solamente ai grandi appassionati. Così preziose da non essere praticamente mai bevute: vengono comprate come forma di investimento. Come si fa con un lingotto d’oro, o un orologio prezioso.
Già, perché l’ordine di grandezza è lo stesso: bottiglie da 10mila euro l’una. Sono poche le etichette al mondo che raggiungono un simile valore. Una è la Romanee-Conti, vino francese, considerato il migliore del globo. I filari di Pinot Nero nel cuore della Borgogna sono il sancta sanctorum dagli appassionati di vino di tutto il mondo.
I commercianti sono stati accusati di aver taroccato proprio questo pregiatissimo vino. Il padre 68enne e il figlio 33enne nel 2013 erano stati fermati dalla finanza a Ronago, vicino al confine italo-svizzero, con settanta bottiglie di Romanee-Conti nel bagagliaio del suv. Un carico che, se fosse originale, varrebbe oltre mezzo milione di euro. Secondo la Procura, e secondo la Romanee-Conti, le bottiglie non sono originali.
Il giudice ha deciso oggi di rinviare l’udienza al 7 marzo, quando nominerà un consulente super partes. Non sarà tuttavia facile trovare un professionista all’altezza, capace eventualmente di distinguere un vino pur pregiatissimo – magari da 600 euro a bottiglia – da raro nettare da 10mila euro.