(ANSA) – ROMA, 30 APR – Secondo il Fondo Onu per l’infanzia (Unicef), il conflitto nel sud del Libano tra Hezbollah e Israele ha costretto circa 30mila tra bambini e ragazzi ad abbandonare le loro case assieme alle loro famiglie. In tutto, secondo Unicef, i civili sfollati in Libano sono 90mila dopo più di sei mesi di conflitto armato. Nell’ultima relazione di Unicef si afferma che dall’inizio dell’escalation a ottobre scorso, 8 bambini sono morti e 75 sono stati feriti, come parte di un totale di 1.359 vittime. Il conflitto ha danneggiato le infrastrutture civili, rendendo ancora più difficile l’erogazione di servizi essenziali come l’acqua e l’istruzione: sono stati colpiti 9 centri di distribuzione idrica, mentre oltre 70 scuole sono state chiuse, lasciando a casa circa 20mila studenti. Più di 20 strutture sanitarie sono state chiuse. Edouard Beigbeder, rappresentante Unicef in Libano, esprime "profonda preoccupazione" per le conseguenze a lungo termine sulla sicurezza e l’istruzione dei bambini, sottolineando la necessità di proteggerli secondo il diritto internazionale umanitario. Prima del conflitto, i servizi essenziali erano già compromessi da una grave crisi economica iniziata nel 2019, con mancanze in sanità e educazione aggravate dalla crisi finanziaria. Unicef interviene distribuendo aiuti essenziali alle famiglie colpite, inclusi medicinali, kit igienici e alimenti. Sono stati forniti anche carburante, acqua e vestiti, oltre a un sostegno finanziario di emergenza a 85.000 persone, permettendo ai bambini sfollati di continuare gli studi. Beigbeder chiede un cessate il fuoco immediato e misure aggiuntive per prevenire ulteriori sofferenze, rafforzando la necessità di garantire educazione e protezione a tutti i bambini in Libano. (ANSA).