Il segretario regionale del Pd ordina, gli organismi comaschi del partito si adeguano: e così, le primarie per la scelta del candidato sindaco slittano a data da destinarsi. La comunicazione ufficiale è arrivata a militanti e iscritti oggi pomeriggio, con l’annullamento dell’assemblea cittadina che venerdì avrebbe dovuto approvare in via definitiva il regolamento per la sfida.
Decisivi per una scelta comunque pesante, due fattori: innanzitutto l’annuncio del segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri, sulla volontà di istituire presumibilmente verso il mese di marzo un “primarie day” unico per tutte le città lombarde che andranno al voto in primavera.
Secondo aspetto, la pressione che sta esercitando sul Pd la possibile scissione a sinistra. Rischia di non essere indolore, infatti, l’eventuale nascita di una lista guidata dall’assessore comunale Bruno Magatti che ha radunato attorno a sé diversi esponenti di spicco proprio del Partito Democratico ma anche provenienti dalla società civile. E per dare ulteriore peso all’iniziativa, è stata siglata anche una lettera inviata al Pd che ribadisce la contrarietà assoluta allo strumento delle primarie per trovare il candidato sindaco del centrosinistra.
In questo quadro già turbolento, si inseriscono altri due elementi. Il primo è la rabbiosa dichiarazione di uno dei candidati alle primarie, l’assessore Marcello Iantorno, sulle mosse più o meno esplicite di stoppare la competizione: “Questi tentativi provenienti da più parti di individuare il candidato sindaco con un’investitura dall’alto – ha detto Iantorno – sono incomprensibili. Chi vuole guidare Como faccia le primarie e abbandoni operazioni burocratiche ormai indigeribili”.
Parole che potrebbero riferirsi anche al tentativo di uno spezzone del centrodestra storico di Como di dialogare con i vertici regionali del Pd per sostenere un’ipotetica candidatura del finanziere comasco, Maurizio Traglio.
In lizza per mesi per diventare candidato sindaco del Popolo della Libertà nel 2012, Traglio è stato candidato alle Politiche del 2013 per l’ex movimento di Oscar Giannino, “Fare per Fermare il declino” e poi è entrato nel partito di Corrado Passera “Italia Unica”, chiuso la scorsa estate. A sostenere la sua candidatura – per ora passata unicamente da una telefonata al sindaco renziano di Bergamo, Giorgio Gori, che dovrebbe fare da tramite con il Pd comasco – ci sono il primo assessore che negli anni 90 si occupò di paratie a Como per Forza Italia nonché imprenditore alberghiero, Paolo De Santis, e alcuni altri ex berlusconiani del mondo industriale.
Un quadro oscillante tra sogno e realtà che nei prossimi giorni sarà messo alla prova dai fatti.