(ANSA) – PARIGI, 12 APR – Lei è stata uno dei volti più mediatici della crisi del Covid, l’infettivologa Karine Lacombe. Lui il medico eroe della strage nella redazione di Charlie Hebdo, Patrick Pelloux. In Francia, il #metoo è arrivato nelle corsie degli ospedali ed ha soprattutto i loro volti, con la dottoressa Lacombe che – in un’intervista a Paris Match – ha accusato apertamente il dottor Pelloux di essere un "predatore sessuale". Da quel momento, un’ondata di denunce di molestie, violenze, stalking che imperversano fra medici, infermiere e personale paramedico ha invaso i social: "c’era bisogno di prendere la parola pubblicamente affinché ci si sentisse liberi di denunciare", ha detto poi Lacombe. I racconti sono quelli che ormai da anni sono comuni in Francia a tutti gli ambienti professionali, e vanno dai potenti primari che molestano le giovani dottoresse certi dell’impunità garantita dal loro status, fino alle feste di iniziazione degli studenti in medicina, dove i più giovani raccontano episodi di bullismo e sopraffazione camuffata da "riti iniziatici". Per Karine Lacombe, "all’ospedale il fenomeno è sistematico ed è urgente una presa di coscienza globale". Pelloux, chiamato apertamente in causa dalla Lacombe, autrice del libro "Le donne salveranno l’ospedale", si è limitato ad assicurare di non aver mai "aggredito nessuno". (ANSA).