(ANSA) – TEGUCIGALPA, 11 APR – Un’indigena honduregna di 34 anni ha denunciato il suo Paese davanti al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra per averle proibito di abortire dopo essere rimasta incinta in seguito a uno stupro commesso come ritorsione per aver difeso la sua terra: lo riferiscono in un comunicato il Centro per i diritti riproduttivi e altre quattro ong dell’Honduras. Nella nazione latinoamericana vige il divieto totale di aborto, anche se la gravidanza è conseguenza di una violenza sessuale, c’è una grave malformazione del feto o se la vita della donna incinta è in pericolo. Inoltre, fino a poco tempo, era vietata anche la pillola contraccettiva d’emergenza. Secondo l’Osservatorio sulla violenza dell’Università nazionale autonoma dell’Honduras, il Paese è il "più pericoloso" dell’America Latina per le donne, con 380 femminicidi nel 2023, rispetto ai 308 del 2022. (ANSA).