(ANSA) – TRIESTE, 07 APR – "Il mio braccio sinistro è come morto, non lo muovo. Di tre dita della mano destra, pollice, indice e medio, non avverto più la sensibilità. Porto un busto e non posso camminare per oltre venti minuti, perché i medici me l’hanno sconsigliato e in ogni caso non ce la faccio: resto stremato dal dolore". Eppure, è miracolosamente vivo. A parlare così al quotidiano Il Piccolo che oggi pubblica un ampio servizio al caso, è Ashiqul Islam, l’operaio, di 23 anni, di nazionalità bengalese, vittima di un incidente sul lavoro il 19 gennaio scorso, rimasto schiacciato da attrezzature precipitate da un ponte superiore della Mein Schiff Relax, nel perimetro di Fincantieri. Per liberarlo da un pesantissimo ammasso di tubi, lamiere e infrastrutture, quella mattina di bora forte, i vigili del fuoco hanno impiegato trenta minuti. Lui però di quella vicenda avvenuta alla banchina D del bacino di Panzano (Monfalcone, Gorizia) ricorda poco o niente. E’ la prima volta che Ashiqul Islam parla dell’incidente. E’ stato dimesso dopo due interventi chirurgici il giorno dopo Pasquetta dall’ospedale Maggiore di Trieste dove è rimasto ricoverato per due mesi e mezzo, ed è tornato nell’abitazione di famiglia, a Maniago (Pordenone). La mamma "piange ogni giorno – ha rivelato il giovane al Piccolo – ed ha problemi di cuore". Mia sorella Tania, di 19 anni, mi deve seguire costantemente". L’auspicio, dopo che gli sono state impiantate 12 speciali viti riassorbibili nel lungo termine alla colonna spinale, è che possa recuperare completamente la funzionalità degli arti e possa camminare in autonomia e senza busto. In caso contrario, potrebbe essere necessario un altro intervento chirurgico, in un centro specializzato di Padova. (ANSA).