Cominciano davvero a prendere forma le primarie del centrosinistra per incoronare l’aspirante successore di Mario Lucini. Ieri sera, allo stesso tavolo politico, si sono seduti i rappresentanti del Partito Democratico, di Como Civica, dell’Italia dei Valori e dei Socialisti. E la strada, fondamentalmente, è stata tracciata.
Innanzitutto, la data: il giorno più probabile per la consultazione che coinvolgerà iscritti e simpatizzanti è il 19 febbraio prossimo. Naturalmente, per poter partecipare alla sfida e per scegliere il proprio candidato, si dovrà siglare – come già avvenuto nelle precedenti occasioni – una carta dei valori con cui, in sostanza, si sposano le linee di fondo del centrosinistra.
Ogni candidato dovrà raccogliere 250 firme entro un tempo limite di due settimane per potersi presentare agli elettori, anche in questo caso cifra identica a quella stabilita nel 2012.
Prima del via ufficiale, sono comunque attesi ancora un paio di passaggi tecnici anche se difficilmente rivoluzionari: entro martedì prossimo i partiti che intendono aderire alle primarie potranno presentare proposte di modifiche o integrazione. Queste verranno poi vagliate e, salvo intoppi, entro una decina di giorni la fase di preparazione sarà chiusa. Dunque, la campagna elettorale vera e propria è presumibile inizi il 30 gennaio per i successivi 19 giorni.
Per quanto riguarda i nomi non si registrano grandi novità: sicuri al 100% per ora sono soltanto i due esponenti del Partito Democratico, Gioacchino Favara e Marcello Iantorno. Entro una decina di giorni anche Roberta Marzorati dovrebbe sciogliere la riserva, anche se il sì appare molto probabile. Più difficile azzardare previsioni sulla decisione di un altro papabile, il presidente di Confcooperative Mauro Frangi, e non è affatto da escludere qualche nome a sorpresa a ridosso del voto.
Da sottolineare, però, un ulteriore elemento: pur rimarcando la volontà di aderire alla coalizione del centrosinistra, ieri sera Italia dei Valori e Socialisti hanno esplicitamente rilanciato il nome del magistrato Giuseppe Battarino. Dopo il no di una settimana fa, però, un dietrofront appare del tutto improbabile.