(ANSA) – NAPOLI, 05 APR – Decine di ambientalisti, volontari di associazioni e cittadini della Terra dei fuochi, hanno manifestato, stamattina, davanti al Tribunale di Napoli per chiedere il sequestro del patrimonio dei fratelli Pellini, imprenditori di Acerra condannati negli anni scorsi, in via definitiva, per disastro ambientale aggravato. Alcune manifestanti, tra le quali mamme che hanno perso i propri bambini, si sono anche legate, in maniera simbolica, alle inferriate della recinzione del Tribunale, chiedendo "giustizia". "Non ci sentiamo tutelati – hanno urlato – abbiamo perso tanti bambini, e lo Stato che ha fatto? Ha restituito milioni a chi ci ha avvelenato. Questo tribunale ha emesso conferma di confisca dei beni oltre il termine previsto dalla legge. Un vizio di forma che ha consentito ai legali degli imprenditori di fare ricorso in Cassazione e vincere". Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, presente alla manifestazione insieme anche ad esponenti politici, ha sottolineato di essere "allibito". "Si tratta di 220 milioni di euro – ha aggiunto – io sono un prete e vivo sotto scorta. Chiedo che ognuno faccia il proprio dovere". E allargando lo sguardo alla situazione del territorio e alle prepotenze dei clan che agiscono nel Napoletano ha aggiunto: "la camorra cosa vuole da me? Che non parli liberamente? Qua ci sono mamme di bambini morti di tumore, le conosco una ad una. Non mi sta bene che lo Stato aiuti la camorra a vivere nelle tenebre. Non mi sta bene più". "Stamattina, ancora una volta, abbiamo lanciato il nostro grido di giustizia – ha spiegato Alessandro Canavacciuolo, storico attivista di Acerra, tra i promotori della manifestazione di oggi – non è accettabile che si chieda ai cittadini di non essere omertosi e di denunciare, e poi invece è lo stesso Stato e la stessa magistratura a scaricare e abbandonare i cittadini che ci hanno messo la faccia, mettendo anche la propria vita in pericolo. Ci sentiamo offesi, traditi e moralmente uccisi da chi avrebbe dovuto tutelarci. Se oggi, ancora una volta , abbiamo manifestato sotto al tribunale, è perché abbiamo ancora fiducia nella parte sana della magistratura. Gratteri e la parte sana della magistratura, sono la nostra ultima spiaggia. Si intervenga con un nuovo sequestro dei beni perché il disastro ambientale è in atto. Ringrazio chi, nonostante questa ingiustizia, continua a lottare per la nostra terra". (ANSA).