(ANSA) – ROMA, 03 APR – "Ad una settimana di distanza da quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco immediato, e dopo solo alcuni giorni da quando la Corte internazionale di Giustizia ha emesso ulteriori misure provvisorie a proposito della causa per genocidio sostenuta dal Sudafrica contro Israele, gli Stati devono ancora agire con urgenza per garantirne l’applicazione e prevenire crimini di atrocità a Rafah, mentre prosegue l’escalation degli attacchi". È questo l’appello lanciato oggi da 13 Organizzazioni umanitarie e per i diritti umani, tra le quali c’è anche Save the Children. "La settimana scorsa, il governo israeliano ha chiarito la propria intenzione di espandere le operazioni militari a Rafah indipendentemente dalla risoluzione giuridicamente vincolante del Consiglio di sicurezza dell’Onu che chiede un cessate il fuoco immediato", si legge in una nota. "Nell’ultima settimana a Rafah questo scenario ha iniziato a realizzarsi. I bombardamenti israeliani, infatti, solo tra il 26 e il 27 marzo hanno ucciso almeno 31 persone, tra le quali14 bambini. Le Organizzazioni umanitarie e per i diritti umani hanno lanciato l’allarme ripetutamente su una pianificata incursione di terra israeliana a Rafah che promette di decimare la vita e compromettere la possibilità di aiuti di prima necessità per oltre 1,3 milioni di civili, tra questi ci sono almeno 610.000 bambini che sarebbero ora sulla linea diretta del fuoco". Secondo Save the Children, "non esiste un piano di evacuazione fattibile o condizioni che possano proteggere i civili nel caso in cui un’incursione di terra dovesse essere portata avanti. Per rispettare il divieto assoluto di trasferimento forzato e deportazione di civili previsto dal diritto internazionale umanitario, Israele è obbligato ad adottare "tutte le misure possibili" per fornire ai civili evacuati beni di prima necessità per la sopravvivenza e garanzie di un ritorno sicuro e dignitoso una volta terminate le ostilità. Tali misure includono la garanzia di sicurezza e protezione adeguate, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari, assistenza sanitaria e nutrizione. Ad oggi non esiste alcun posto del genere né all’interno né all’esterno di Gaza". "Gli Stati devono ora intraprendere azioni urgenti per garantire l’attuazione immediata di un cessate il fuoco permanente ed esplorare tutte le opzioni disponibili per proteggere i civili, in linea con i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Qualunque azione in meno non è semplicemente un fallimento. Qualunque azione in meno non rispetterà gli obblighi morali, umanitari e legali", conclude la nota. (ANSA).