(ANSA) – CASERTA, 29 MAR – "Il pentimento di Francesco Schiavone è sicuramente un po’ tardivo ma è comunque importante, perché vuol dire che anche queste persone hanno una coscienza". Così, all’Ansa, Marisa Diana, sorella di don Peppe, il sacerdote ucciso dal clan dei Casalesi il 19 marzo del 1994, di cui quest’anno è ricorso il trentennale con numerosi eventi e manifestazioni organizzate fino alla scorsa settimana, commenta la decisione del capoclan dei Casalesi, noto come Sandokan, di collaborare con la giustizia. "Anche loro, come noi, hanno figli, fratelli e nipoti che vivono nelle nostre terre, e che pagano per i loro errori e per i danni fatti alle persone e al territorio". (ANSA).