(ANSA) – BERLINO, 27 MAR – "Lo spazio per gli operatori umanitari nel Mediterraneo centrale, come Sos Humanity, è attualmente drammaticamente limitato" e, sebbene "l’Italia e gli Stati europei debbano adempiere al loro dovere di salvataggio in mare e di tutela del soccorso civile", "il nostro lavoro umanitario (…) viene sistematicamente ostacolato dal governo" italiano, "trattenendo la nostra nave di soccorso Humanity 1 e assegnando porti lontani per lo sbarco delle persone salvate": lo ha sostenuto Marie Michel, portavoce "politica" della stessa Ong tedesca. È "crudele che noi, come organizzazione civile di soccorso in mare, adempiamo al nostro dovere" imposto dal "diritto internazionale di salvare vite umane nel Mediterraneo centrale e di svolgere un lavoro umanitario urgente e necessario e poi veniamo puniti per questo, anche se il dovere di salvare vite umane in mare è in realtà degli Stati", ha aggiunto Michel in una dichiarazione inviata all’ANSA. "Le conseguenze di questa politica si ripercuotono sulle persone in cerca di protezione, poiché le capacità di salvataggio vengono ridotte al minimo", ha concluso la portavoce di Humanity. La nave della ong ha avuto un fermo amministrativo per violazione del decreto Piantedosi dopo aver attraccato a Crotone lo scorso 4 marzo con a bordo 77 migranti. Il fermo era stato poi sospeso il 18 ma un’udienza per decidere nel merito è fissata per il 17 aprile. Il suo blocco, sommandosi a quelli della Geo Barents, della Sea Watch-5 e della Sea Eye-4, porta a quattro il numero di navi di ong fermate dalle autorità italiane solo a marzo, sottolineano altre fonti di Sos Humanity. (ANSA).