(di Maria Ducoli) (ANSA) – VENEZIA, 25 MAR – Negli occhi il dolore per la perdita di una figlia, nel cuore la speranza che nessun altro debba provare lo stesso sentimento. Rami Elhanan e Bassam Aramin sono di nazionalità diverse, il primo israeliano e il secondo palestinese, ma la voragine che li ha inghiottiti quando i proiettili hanno colpito le loro figlie, ponendo fine ai loro sogni prima del tempo, è la stessa. Era il 1997 quando Smadar Elhanan, una ragazzina di 14 anni con gli occhi curiosi, è stata uccisa durante un attacco suicida di Hamas a Gerusalemme. Qualche anno dopo, nel 2005, suo padre conosce Bassam Aramin in una manifestazione organizzata dal movimento Combattenti per la pace. "Per i palestinesi non è un onore avere un amico israeliano perché li considerano come occupanti, ma io mi sono subito affezionato a Rami e abbiamo scoperto di avere gli stessi valori, alla fine siamo tutti esseri umani" spiega Aramin. Due anni dopo, il 16 gennaio 2007, anche lui avrebbe scoperto il dolore per la perdita della propria bambina. Abir aveva dieci anni, la carnagione olivastra e il sorriso gentile del padre, quando un agente di frontiera israeliano le sparò alla nuca. Rami corse al capezzale della figlia dell’amico e ci restò per i due giorni di lotta tra la vita e la morte della bimba. "È stato come perdere mia figlia una seconda volta" commenta, gli occhi velati. "È stato doloroso – spiega Bassam – vedere il senso di colpa sul viso di Rami perché israeliano". Da quel giorno, Rami e Bassam raccontano la loro storia. Il motivo? "Lanciare il messaggio che c’è un’altra possibilità, un’altra strada. E che questo conflitto non finirà mai, se continuiamo a non parlarci" spiegano a Venezia, dove sono arrivati per raccontarsi, visto che la loro storia è diventata un libro, "Apeirogon" con cui l’autore irlandese Colum McCann ha vinto il Premio Terzani 2022. Sono passati tanti anni dalla morte delle figlie dei due eppure mai come oggi il conflitto è acceso, in Medio Oriente. "Vedere i bambini morire ti riporta alla perdita di tua figlia. I civili sono civili, soprattutto i bambini" concludono. (ANSA).