Si allunga l’ombra di una grande variabile sulla scelta del candidato sindaco del centrosinistra. Quella variabile si chiama Bruno Magatti, il quale, a oggi, è l’unico esponente di quell’area politica che potrebbe rimescolare le carte.
Prima di Natale, a dire il vero, le cose nel centrosinistra sembravano piuttosto indirizzate: perso per strada il giudice Giuseppe Battarino tra diatribe interne e polemiche, gli organismi provinciali e cittadini del Partito Democratico avevano incanalato in maniera netta la scelta del candidato verso il percorso obbligato delle primarie.
Due, come ampiamente noto, i sicuri partecipanti alla sfida interna: l’assessore Marcello Iantorno e il consigliere comunale Gioacchino Favara, entrambi iscritti del Pd.
Ma la novità che emerge oggi è che durante la segreteria cittadina dello scorso 21 dicembre, almeno tre militanti democratici hanno proposto formalmente il nome di Bruno Magatti come possibile uomo su cui puntare per provare a governare Palazzo Cernezzi anche nel 2017. E quella proposta, a quanto si apprende, non sarebbe il frutto di una proposta isolata o estemporanea, ma avrebbe radici più solide anche fuori dalle stanze del Pd. In città, le aree della sinistra democratica e cristiano-sociale, dove assume un senso forte il legame di Magatti con l’ex presidente delle Acli Franco Fragolino, sarebbero infatti disposte a sostenere l’attuale assessore all’Ambiente nella corsa alla fascia tricolore. Soprattutto se, come avvenuto nel centrodestra con Mario Landriscina, la candidatura venisse condivisa e sostenuta in maniera trasversale dai soggetti del centrosinistra, senza sottoporla necessariamente alla ghigliottina della primarie. Competizione a cui, per inciso, Magatti ha già detto che non parteciperà in alcun caso.
Per capire come e quanto questa variabile potrà realmente scardinare o meno gli equilibri in via di costruzione nel Pd e nel centrosinistra tutto, bisognerà aspettare probabilmene la fine del periodo festivo. Poi, si capirà quantomeno una cosa: se Magatti, del tutto inaspettatamente, avrà la forza per diventare il candidato unitario del centrosinistra, senza passare dalle primarie per succedere a Mario Lucini; oppure se – ipotesi estrema – sceglierà di assecondare chi lo vorrebbe candidare, ma addirittura in alternativa alla figura scelta dal Pd.