(ANSA) – POLINO (TERNI), 24 MAR – Ha trovato accoglienza a Polino, comune di 200 abitanti a pochi chilometri da Terni, una famiglia palestinese di dieci persone fuggita due giorni fa da Gaza. Sono arrivati nel pomeriggio di oggi grazie alla Fondazione "Aiutiamoli a vivere", dopo essere atterrati all’aeroporto di Fiumicino con un volo partito da Il Cairo. Tra i dieci profughi c’è anche Safwat Alkahlout, 51 anni, giornalista, come lui stesso racconta. "Laggiù – spiega – abbiamo lasciato la situazione peggiore, una guerra incredibile, migliaia di vittime ogni giorno. C’è una forte crisi umanitaria, c’è mancanza di cibo e di medicinali". Il giornalista in Italia è arrivato assieme alla moglie Eman, alla suocera Fatima e ai suoi sette figli, il più piccolo di 11 anni, la più grande di 23. "Nella Striscia di Gaza – sottolinea Safwat – si sta vivendo la situazione più dura di sempre Adesso sono felice di essere in Italia e di aver portato con me tutta la mia famiglia, per i miei figli era un sogno venire in Italia. Ma ora che siamo al sicuro, abbiamo un altro sogno e cioè che la guerra finisca il prima possibile. Noi vogliamo tornare nella nostra terra e riunirci con gli amici e i parenti che abbiamo lasciato laggiù. Lì mi attende il mio lavoro e una casa tutta da ricostruire". "Per arrivare alla pace – spiega ancora Safwat – ci vuole sacrificio, speriamo che gli israeliani si convincano che il popolo palestinese merita la libertà, i suoi diritti e la sua indipendenza. Siamo nel 2024 e tutto il mondo ormai vive libero, tranne il nostro popolo palestinese perché per gli israeliani questo è un conflitto ideologico e i conflitti ideologici sono duri da risolvere. Bisogna avere il coraggio di dire che i palestinesi hanno il diritto di vivere al fianco degli israeliani con un loro stato indipendente". A Polino l’abitazione è messa a disposizione dal Comune, con il sindaco Remigio Venanzi che ha accolto la numerosa famiglia. Al momento di entrare in casa il pianto inconsolabile della più anziana del gruppo, colta da un momento di nostalgia per la sua terra ormai lontana. (ANSA).