La tentazione è forte, diffusa e per alcuni (sebbene non per tutti) l’unica concreta possibilità di un testa a testa con il diretto oppositore, Mario Landriscina. Luca Gaffuri potrebbe tornare a correre per il comune di Como, dieci anni dopo la sfida contro Stefano Bruni. L’ipotesi circola da tempo in casa Pd e, dopo l’addio definitivo del magistrato, Giuseppe Battarino, in queste ore sta prendendo corpo.
DOCUMENTO La lettera integrale del divorzio Battarino-Pd: “Ostilità non più sostenibile”
Il consigliere regionale, interpellato direttamente in queste ore ha risposto con un politicamente astuto – e certamente sornione – “non dico di no”. Gaffuri, pur sintetico sul tema, tiene anche a ricordare di aver sempre definito il ruolo di primo cittadino “il più affascinante per un politico”.
Certo, la questione ha diversi risvolti. Primo tra tutti il processo in corso per i rimborsi regionali, vicenda tutt’ora aperta e che non dovrebbe chiudersi prima di giugno. Se è vero che in situazioni identiche, in altre regioni, si è arrivati all’assoluzione o all’archiviazione, Gaffuri deve comunque rispondere poiché all’epoca capogruppo democratico al Pirellone, è pure vero che in caso di condanna, fosse eletto sindaco, in base alla legge Severino si andrebbe automaticamente allo scioglimento della giunta.
Vicende giudiziarie a parte, fra i mille nomi spuntati in questi giorni in vista delle primarie – che si svolgeranno fra fine febbraio e inizio marzo, ormai pare assodato – quello di Gaffuri potrebbe rappresentare una scelta forte e forse capace di ricompattare un Partito Democratico oggi piuttosto malaticcio e frammentato.
Il consigliere regionale certo è gradito alla segreteria cittadina, guidata da Stefano Fanetti, e anche a quella provinciale, con Angelo Orsenigo segretario.
Diverso e più teso, invece, il rapporto con il deputato, Chiara Braga che ieri sera, durante l’assemblea cittadina del Pd ha denunciato chiaramente di non sentirsi presa in considerazione dalla segreteria comasca. Posizione sostenuta anche da Fausto Tagliabue, fedelissimo della parlamentare, che è arrivato a chiedere le dimissioni di Fanetti accusandolo di lavorare soltanto per un posto quale capolista alle prossime amministrative.
La tensione è scoppiata (e, dicono, sia stata altissima) anche fra la stessa Braga e l’assessore Marcello Iantorno. La deputata, sempre in vista del voto per Palazzo Cernezzi, ha invocato discontinuità con la giunta Lucini, evidenziando come non sarebbe utile candidare persone che ne abbiano fatto parte. Inevitabile che Iantorno si sia sentito punto nel vivo visto che. da tempo, ha annunciato al partecipazione alle primarie.
Baruffe interne a parte, in queste ore il nome di Gaffuri se non sul piatto è quantomeno virtuartualmente posizionato. “E’ un uomo di partito” dicono i beninformati e “se qualcuno lo chiederà sarà certamente a disposizione”.
Non è un mistero che, tra i mille nomi di papabili candidati emersi in questi giorni, almeno due, pesanti, siano stati secretati. Due nomi esterni alla politica, su cui i vertici democratici stanno lavorando e che non vorrebbero bruciare come accaduto con Battarino.
Si vedrà.
Intanto la campagna elettorale è già iniziata, Mario Landrisicna e Alessandro Rapinese sono in campo: Luca Gaffuri pare, al momento, l’unico contrappeso possibile in mano al centrosinistra
A quasi 200 giorni dalla comunicazione del sindaco Lucini di non disponibilità a ricandidarsi (9 giugno 2016) e dopo aver corteggiato per candidarsi a Sindaco tante persone che ci hanno detto di no ed aver bruciato una ottima candidatura (quella di Giuseppe Battarino) il PDPP ( Partito Democratico Pasquale Paoli) di Como comincia a scoprire le sue carte. Avrebbe anche potuto farlo nell’assemblea cittadina di mercoledì scorso, con maggiore rispetto di chi vi ha partecipato. Ma si sa, parafrasando Orwell, che gli iscritti al PD di Como dovrebbero essere tutti uguali, salvo che alcuni si ritengono più uguali degli altri. Andiamo, pure, verso queste primarie, che più che di partecipazione mi paiono di “disperazione”.