(ANSA) – BOLOGNA, 19 MAR – La crisi con il marito, la volontà di separarsi da lui, e gli strani malesseri di cui Isabella Linsalata soffriva negli ultimi anni con un esame delle urine da cui emerse un’alta concentrazione di benzodiazepine, nel maggio 2019. Ne ha parlato Monica Gaudioso, amica della 62enne, morta il 31 ottobre 2021 a Bologna, testimoniando davanti alla Corte di assise nel processo a Giampaolo Amato, a processo per l’omicidio di moglie e suocera in ipotesi di accusa assassinate con un mix di farmaci. "C’erano problemi familiari di cui parlavamo spesso. Aveva saputo che il marito aveva una relazione con un’altra donna", ha raccontato. Da quanto tempo? "Io l’ho saputo nel 2019 e non me lo disse subito. Lei lo aveva saputo circa un anno prima". La convivenza cessò e il marito si trasferì al piano di sotto e nell’ultimo periodo la moglie, ha riferito l’amica, "si era resa conto dell’andamento della relazione e ne aveva preso atto, la trovavo anche più serena rispetto al passato, meno angosciata". L’intenzione a quel punto era quella di separarsi dal marito: "Voleva formalizzarlo e ne parlò con lui". Poi il tema dei malesseri, rispondendo al pm Morena Plazzi: "La seguivo come medico e come amica, aveva stanchezza e sonnolenza, non era normale. Nel 2019 a febbraio decisi di farla ricoverare" e poi nei mesi successivi ci furono altri episodi: "Isabella cominciò a capire che qualcosa nel suo fisico non andava, qualcosa di strano stava succedendo. Beveva le tisane alla sera e diceva ‘le sento amare, facciamo qualcosa’. Fece esami delle urine da cui risultarono valori molto alti di benzodiazepine". Ma Linsalata decise di non denunciare: "Mi disse che non voleva creare problemi alla famiglia e mi diede i referti, dicendo ‘tienili tu’", ha raccontato Gaudioso. (ANSA).