Iniqua e inefficace. “La nuova tassa sulla salute per i vecchi frontalieri non funzionerà e non tratterrà il personale sanitario come voluto”. A dirlo è Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil. Diverse le riunioni fatte su tutto l’arco alpino per parlare proprio della tassa sanitaria. “Incontri sempre molto partecipati” dice Augurusa, che sostiene che la nuova tassa produrrà un effetto inverso da quello ricercato.
La legge, che è già entrata in vigore, ancora non viene applicata per la mancanza di alcuni decreti attuativi. Secondo il responsabile dei frontalieri della CGIL “per come è scritta, è inapplicabile perché una della modalità previste è la trattenuta sul salario netto dei lavoratori, dato che però le Regioni non hanno e la Svizzera ha già detto che non fornirà questo dato”.
Augurusa poi parla anche di incostituzionalità della nuova tassa. “Viola l’articolo 32 della Costituzione che prevede che la prestazione sanitaria sia indipendente dal reddito – sostiene il sindacalista – e viola anche l’articolo 117 sui trattati internazionali”. In più spiega Augurusa va contro l’accordo dell’Ocse sulla doppia imposizione, secondo cui non si può essere tassati due volte sullo stesso salario.
A preoccupare non solo la nuova norma ma anche la reazione del governo svizzero, che ha cambiato le norme sui comuni di confine, cosa che potrebbe portare a cambi di tassazione per i frontalieri.
“Come CGIL chiediamo con forza la convocazione del tavolo interministeriale – afferma Augurusa – Avrebbe dovuto essere convocato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, ma dal 17 luglio ad oggi ancora nulla”. Sulla questione incostituzionalità il sindacato chiederà nelle prossime settimane anche un incontro con Piemonte, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. “Chiederemo loro di intervenire per bloccare la nuova tassa in Corte costituzionale” ha affermato Augurusa.