Un gruppo di oltre 300 cittadini a sostegno degli asili nido. Genitori, ma non solo, che si schierano contro le annunciate chiusure. Il nascente comitato “Como a misura di famiglia” non si arrende alle decisioni prese e comunicate una settimana fa dall’amministrazione che ha decretato lo stop dell’attività della struttura di via Passeri prima e di Monte Olimpino dopo. Annunciate – con una lettera aperta – tre nuove iniziative: un’assemblea pubblica, una petizione e un ulteriore flash mob, dopo quello andato in scena ieri nel giardino di via Passeri e dopo la protesta in consiglio comunale.
“Figure autorevoli come giuristi, amministratori pubblici, insegnanti e pedagogisti, con cui abbiamo avuto il privilegio di confrontarci – scrivono ribadendo di essere svincolati da qualsiasi schieramento politico – ci confermano con forza l’importanza di una visione diversa che metta al centro i valori della qualità e della prossimità nei servizi all’infanzia, rispetto a quella adottata dall’attuale giunta”.
Assemblea cittadina, flash mob e raccolta firme
L’obiettivo delle famiglie è – si legge – “di portare al centro la città che vogliamo per i nostri figli”. Per questo viene ribadito l’invito a realizzare un confronto con le parti coinvolte in questa delicatissima partita per scongiurare – proseguono – “la chiusura degli asili nido Magnolia di via Passeri e Coccinella di Monte Olimpino”.
A tale scopo sono stati organizzati tre momenti diversi definiti “urgenti” e “costruttivi”: un’assemblea cittadina mercoledì 20 marzo dalle 19 nell’aula magna della scuola “Ugo Foscolo” di via Borgo Vico; una raccolta firme e un flash mob previsto per l’ultima settimana di marzo.
“Parallelamente – si legge infine – stiamo lavorando per individuare il miglior quadro giuridico e formale al fine di canalizzare tutte le energie e le competenze che spontaneamente stanno contribuendo a delineare il futuro di Como orientato alle esigenze delle famiglie”.
Per il Comune la decisione è presa
Dal canto suo il Comune sembra irremovibile rispetto alle decisioni prese in un’ottica di razionalizzazione delle strutture. Lo stesso sindaco Alessandro Rapinese spiegando il piano ha sottolineato che pur chiudendo due sedi i posti complessivamente aumenteranno, previste inoltre delle convenzioni con strutture private a cui le famiglie potranno accedere senza pagare di più.