I genitori non ci stanno la protesta va avanti. La chiusura annunciata dell’asilo nido di via Passeri (a cui seguirà quella del plesso di Monte Olimpino) non è condivisa dalle famiglie che oggi si sono date appuntamento a Como nel giardino della struttura con striscioni con scritto “no alla chiusura”, “difendiamo gli asili”. Lo stop annunciato nei giorni scorsi dall’amministrazione ha già portato mamme e papà a fa sentire la loro voce a Palazzo Cernezzi nel giorno della conferenza stampa in cui sono state annunciate le novità e durante il consiglio comunale.
La commissione alle 9 del 19 marzo
Intanto è stata convocata la commissione consiliare sul tema, martedì 19 marzo alle 9 a Palazzo Cernezzi. “Grazie al nostro lavoro e alle nostre pressioni l’amministrazione ha finalmente convocato la commissione – spiegano gli esponenti del Pd Daniele Valsecchi (segretario cittadino) e i consiglieri Patrizia Lissi e Stefano Legnani – Ancora una volta però si è dimenticata, così come ha fatto quando ha deciso di chiuderli, di considerare le esigenze dei cittadini. Una commissione così importante, delicata e di interesse per la cittadinanza è stata convocata alle 9 del mattino. Un orario evidentemente scomodo per tutti quei genitori che, proprio perché lavoratori, hanno deciso di iscrivere i propri figli al nido di quartiere – aggiungono gli esponenti dem -. È palese che, dietro a questa decisione, ci sia, per l’ennesima volta, la volontà del sindaco e di questa amministrazione di evitare il confronto con i cittadini. Non è la prima volta: questa, purtroppo, è l’idea di democrazia e di partecipazione di chi ci amministra” concludono.
Dal Comune la replica: “Nel convocare le commissioni dobbiamo mettere d’accordo gli uffici e i dipendenti. Da settembre scorso – viene ricordato – che per il personale è entrato in vigore il nuovo orario e i rientri pomeridiani sono limitati a due giorni”.
Sulla delicata questione interviene anche l’ex assessore Bruno Magatti, Civitas che tornando agli accorpamenti imputati alla allora giunta Lucini dice: “C’è solo da sottolineare come dal 2012 al 2017 il Governo impose restrizioni molto dure fino al blocco delle assunzioni nei Comuni. Il settore dei nidi (personale educativo, di cucina e di servizio) fu duramente penalizzato e fu necessario unire i bambini iscritti nel nido di Camerlata con quelli in via Giussani, con le stesse educatrici”. “Gli amministratori comaschi hanno lasciato una prestigiosa eredità – spiega infine – precisando che si tratta di un servizio fondamentale per i genitori che lavorano”.