Chiedono di rivedere le decisioni e di essere ascoltati aprendo un confronto con i rappresentanti della categoria. I sindacati comaschi in modo congiunto intervengono sul provvedimento comunale che prevede la chiusura di due asili nido in città.
“Apprendiamo purtroppo solo a mezzo stampa della decisione dell’amministrazione di Como di modificare profondamente il servizio educativo per la fascia 0-3 anni, a partire dalla prossima chiusura degli asili nido di via Passeri e via Monte Olimpino, con estensione del convenzionamento con nidi privati, nonostante dal mese di gennaio scorso unitariamente avessimo inviato richiesta di incontro”. Scrivono Cgil, Cisl e UIl in un comunicato.
“Nel confermare la nostra totale contrarietà a tali decisioni affermiamo che la possibilità di conciliare la vita lavorativa con quella privata e familiare passa anche dalla capillarità dei servizi sul territorio. Chiediamo che il sistema dei servizi educativi persegua standard qualitativi a garanzia dei bisogni educativi dei bambini, garantisca un ampliamento dell’offerta educativa, adegui l’estensione oraria in risposta alle esigenze delle famiglie, oltre a assicurare tutele per il personale coinvolto nel percorso di riorganizzazione, anche per evitare damping contrattuale”. Si legge ancora.
Quindi una riflessione sulla bagarre in Comune nel post conferenza stampa di presentazione delle novità.
“Riteniamo che i comportamenti assunti dal sindaco nei confronti dei genitori non siano pertinenti al ruolo istituzionale svolto e lo invitiamo ad aprirsi al dialogo e al
confronto. Rinnoviamo il nostro sostegno al personale coinvolto e sosteniamo le richieste legittime delle famiglie.
Per tale ragione chiediamo all’amministrazione comunale di rivedere le proprie scelte, aprendo il confronto con le sigle sindacali”.
Lavoro e tasso di occupazione
“Una rilevante differenza si riscontra ancora ad oggi nella partecipazione al lavoro delle donne rispetto agli uomini”. Si legge ancora nella nota dei sindacati. Il tasso di occupazione degli uomini tra i 15 e 64 anni nella provincia di Como si attesta a quasi 14 punti percentuali, (gli uomini sono al 73,7%, mentre le donne si fermano poso sotto il 60%).
“Una leva strategica per ridurre il gender gap, sono le politiche di welfare e di conciliazione, ovvero – spiegano – tutte quelle misure che promuovono una miglior conciliazione dei tempi di vita e lavoro. I servizi educativi per l’infanzia sono sul territorio fondamentali per aiutare le famiglie a gestire gli impegni di cura dei bambini”.
Dai dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro risultano 61.391 convalide riguardo le dimissioni e le risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri
avvenute nel 2022 su tutto il territorio nazionale. Ossia le dimissioni che la persona lavoratrice compie durante il periodo di gravidanza o nei primi tre anni di età dei figli.
“Il tema dei servizi di supporto alla famiglia è uno dei principali contenuti che stiamo portando all’attenzione delle amministrazioni comunali del territorio, nella richiesta di avvio del confronto sulle politiche sociali”. Dicono, infine, Cgil, Cisl e Uil.