(ANSA) – TRIESTE, 04 MAR – "Abbiamo chiesto alle istituzioni della Repubblica di prendersi le loro responsabilità sul Silos", il fatiscente edificio vicino alla stazione ferroviaria di Trieste, occupato da centinaia di richiedenti asilo arrivati in città dalla rotta balcanica che non trovano spazio nell’accoglienza nelle strutture pubbliche e dove vivono in condizioni igienico-sociali molto molto precarie. Lo ha detto Domenico Costa del Cda di Coop Alleanza 3.0, proprietaria della struttura a una conferenza stampa, sottolineando che la notorietà ormai internazionale della situazione triestina è "evidenza quotidiana dell’omissione di un atto che si potrebbe definire d’ufficio". "Tutti gli atti che Coop Alleanza 3.0 ha effettuato nel corso delle ultime settimane e mesi – ha rimarcato Costa – è finalizzato alla tutela dei migranti e al sollecitare una risposta che la legge affida alle pubbliche istituzioni", precisando che in questo quadro si deve leggere anche la denuncia dell’occupazione presentata nell’agosto scorso. Questa se da un lato era "un atto dovuto a tutela degli amministratori della società" dall’altro "voleva denunciare il paradosso della situazione" e invocare "che rispetto all’evidenza ciascuno si prendesse le proprie responsabilità" perché "ci fosse la possibilità di porre fine a questa situazione e non per ragioni mercantili", ha affermato. Per Costa la cooperativa ha "sempre cercato di essere dalla parte degli ultimi" ma da sola non può risolvere il problema perché il "Silos è una struttura enorme, fatiscente e vincolata" che Coop sta cercando di vendere "per restituirla alla città". Un percorso che "non è ostacolato dalla questione migranti" ma dal fatto che si attendono "permessi da parte del Comune e della Regione". Costa ha respinto ogni responsabilità di Coop per la situazione: "La struttura non può essere chiusa per le sue caratteristiche. Peraltro non si può chiudere con le persone dentro", ha concluso. (ANSA).