(ANSA) – TORINO, 04 MAR – "La pioggia a cavallo di febbraio e marzo aiuta, ma non è adesso che l’acqua serve davvero. Le piante hanno bisogno di acqua più avanti, dopo le semine e con l’accrescimento. Se si ripeteranno la primavera e l’estate, siccitose e caldissime, del 2022, avremmo solo visto passare acqua nei fiumi che non sarà servita davvero all’agricoltura". A sostenerlo è la Coldiretti di Torino, in una nota. Secondo di dati di Coldiretti Torino, "sono caduti nelle zone non interessate dalla neve, circa 500 milioni di metri cubi di acqua. Una parte importante serve per la rivitalizzazione dei corsi d’acqua, dei laghi e delle zone umide e da qui, una buona parte finisce nei subalvei e nelle falde che alimentano pozzi idropotabili e irrigui. Un’altra parte non sarebbe tecnicamente possibile accumularla per varie ragioni". "Ma se avessimo trattenuto almeno una decima parte della pioggia caduta in questa sola perturbazione, cioè circa 50 milioni di metri cubi (una volta e mezza la capacità del bacino di Ceresole Reale) – conclude l’associazione di categoria – avremmo avuto una scorta determinante per i nostri campi di pianura in vista della prossima stagione calda". "È improrogabile la realizzazione di una rete di infrastrutture di trattenuta e accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le sempre più preziose riserve idriche, garantendo al contempo una migliore gestione del territorio in termini di prevenzione dai danni alluvionali" interviene Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo. (ANSA).