(ANSA) – AVANA, 02 MAR – La crisi economica, la mancanza di cibo e l’incertezza sul futuro del Paese stanno spingendo un numero sempre maggiore di cubani a emigrare all’estero, generando quello che viene già considerato il più grande esodo dalla rivoluzione castrista del 1959. Lo rivelano i numeri ufficiali del governo degli Stati Uniti – principale meta di esuli cubani – secondo cui tra il 2022 e il 2023 almeno 533.000 persone hanno lasciato l’isola per gli Usa, pari a circa il 5% della popolazione di 11 milioni di abitanti. A questi vanno aggiunti 37.000 cubani che tra il 2022 e il 2023 hanno chiesto rifugio in Messico e i 22.000 che hanno scelto l’Uruguay. Dopo l’abolizione del visto per i cubani, il Nicaragua è diventato una meta molto ricercata, tuttavia non esistono dati ufficiali sul numero di migranti accolti da Managua. La maggior parte di coloro che se ne vanno sono in età lavorativa, creando ulteriori squilibri sociali in patria dove il governo cubano affronta una gravissima crisi economica caratterizzata dalla contrazione del Pil, diminuito tra l’1 e il 2% nel 2023, inflazione al 30% annuo, carenza di combustibili – dovuta al crollo degli invii da parte di alleati storici come Venezuela e Russia – e carenza di cibo che ha già portato al razionamento alimentare e alla richiesta di aiuti al Programma alimentare mondiale (Pam) dell’Onu. (ANSA).