Il percorso è stato accidentato e su questo non ci sono mai stati dubbi. L’esasperante lentezza con cui ha mosso timidi passi avanti l’operazione di recupero di Villa Olmo con annesso orto botanico è un’altra certezza. Basti pensare che dall’ottenimento dei 5 milioni di euro dalla Fondazione Cariplo sono passati 32 mesi: era il primo aprile 2014. Da allora, di fatto, a parte il restauro avviato del Casino Nord, tra parco e dimora s’è mosso poco. Quasi nulla.
Ed è per questo che, già a livello ufficioso – ma a brevissimo anche in via ufficiale – il Comune di Como chiederà una formalmente una proroga alla stessa Fondazione Cariplo per l’ultimazione dei lavori. Non un piccolo slittamento, però, bensì qualcosa come due anni in più. Un tempo enorme: inferiore soltanto di una manciata di settimane a quello che sarebbe servito, dall’aprile 2014, per concludere l’intera operazione. La data di consegna finale della Villa restaurata dentro e fuori, e del parco botanico in fiore era originariamente giugno 2017. Tra 6 mesi esatti. Scadenza che, riletta oggi, sembra fantascienza
Dunque, ora, ecco la proroga che il Comune si troverà obbligato a chiedere per spostare entro l’orizzonTe del 2019 l’intera operazione e non perdere i finanziamenti. Operazione che, peraltro, a tutt’oggi è avvolta nella nebbia, ben al di là della stagione climatica.
I lavori veri e propri sulla facciata di Villa Olmo e per l’orto botanico non partiranno realmente prima del gennaio 2017. Sul progetto che doveva rimettere pesantemente mano agli interni della dimora, in particolare del primo piano, non si è saputo granché negli ultimi mesi mentre tra i cantieri destinati a partire con l’anno nuovo dovrebbe rientrare il restauro della facciata. Sulle serre, ancora manca il progetto definitivo. E gli elaborati presentati dall’azienda che ha vinto l’appalto sono stati ripetutamente rispediti al mittente dagli uffici comunali perché incompleti o da modificare. L’orto botanico a oggi è un impegno sulla carta: i primi colpi di badile sono attesi nel 2017. Ma soprattutto, il piano finanziario che dovrebbe garantire in futuro la sostenibilità economica di una tale rivoluzione per le casse comunali resta un mistero assoluto, insondabile. Sarebbe dovuto essere presentato in consiglio comunale dall’assessore Daniela Gerosa circa 6 mesi fa.
Una delle tante scadenze rimaste sulla carta.
Credo che il comune di Como, con i suoi assessori, dia più importanza al rifacimento delle piazze dimenticandosi di quanto c’è di importante e prioritario in città.
Meno male che il progetto Campus non andava bene perchè non era subito cantierabile.